Premio Gros Sel du Public
2015
Siamo due gatti è la
traduzione del libro Charabia,
atto quarto delle Cronache
di Mapuetos. Abbiamo deciso di tradurre questo
testo in italiano perché potrebbe essere stato scritto a
Milano ed ispirato ad un vulcano situato in Italia. Usiamo
il condizionale perché di Mapuetos non sappiamo molto.
Patrick Lowie ci spiega di aver rinvenuto a Bruxelles
migliaia di pagine manoscritte di un autore fino ad allora
sconosciuto: Marceau Ivréa. Inoltre, afferma che Mapuetos è
una città che non esiste in un Paese che non esiste in un
mondo che non esiste. Mapuetos è lo sguardo scaturito dai
nostri sogni, dalle nostre illusioni, dai nostri percorsi, è
lo sguardo vago che possiamo accarezzare quando ci
allontaniamo dalle luci troppo accese, rumorose della città.
Charabia (titolo della versione originale in francese)
significa «linguaggio incomprensibile». È questa la ragione
per cui, a metà del libro, ci imbattiamo in un testo
criptico che abbiamo voluto conservare nella versione
tradotta. Infine, il lessico relativo alla danza è stato
generalmente mantenuto in francese, come di consueto in
lingua italiana. Ringraziamo in particolar modo la
traduttrice Irene Seghetti per l’accuratezza e la qualità
del suo lavoro.
A poco serve in questi momenti sfibranti – tanto il risveglio può essere sfiancante – estrarci dal buio che irrompe per spaventarci. Percepire che non è la notte nera che ci fronteggia ma l’immensa verità che vi si era nascosta. E strapparsene la paura dalla pancia perché la paura d’amare non ha l’effetto placebo sperato.
Nessun riferimento ora
Dans le charabia de mots, la littérature a le corps d’un ange et l’enjeu est dès lors de ne pas laisser ensevelir par « le flot brûlant de sa splendeur ». Là encore, rompant avec ces personnages littéraires qui trouvent la quintessence de l’amour au moment où l’être aimé prend possession de leur âme, les délires de Charabia restent une déclaration d’amour.
Jean Zaganiaris,
Enseignant chercheur CRESC/EGE Rabat, Cercle de littérature
contemporaine
Libération Maroc,
Jeudi 21 Mai 2015
Des poèmes qui ne sont pas écrits en charabia comme le titre semble l’indiquer (à moins que le charabia ne soit le sabir des chats) mais plutôt dans une langue qui retient le sens, maintient la nuit en plein jour, l’éveil en plein sommeil – à moins que ce ne soit l’inverse. Une langue qui ne cesse de nous défier de ses incongruités et de ses paradoxes. Qui, tout d’abord, nous laisse croire à notre victoire sur les écarts poétiques puis nous fait comprendre qu’ils sont irréductibles.
Michel Zumkir
Les carnets et les instants,
Revue des Lettres belges francophones, 9 juin 2015